Ma la vita è un’altra cosa

Alessandro Cattelan, Niccolò Agliardi – 246 p. – Mondadori – euro 15,00

Data: venerdì, 23 maggio 2008 - ore 0:32

La storia è delle più intriganti, perché tale è l’idea, l’intuizione che la sorregge. Così mi sono avvicinato a questa novità editoriale e forse anche, perché no, per la foto di copertina e questa immagine così familiare ed amichevole (anch’io ho il mio migliore amico con il quale bere birra in pub pisciosi che sanno di urina e legno marcio). E i due autori ce l’hanno messa davvero tutta. Ciò che emerge all’istante è lo stile grezzo e giovane, inevitabile risultato del non-professionismo scrivano dei due (uno vee-jay e l’altro cantautore). Troppo semplice ed elementare il fraseggio, banali e scontati nonché privi di mordente (e realismo aggiungerei) i dialoghi. Forzature immaginifiche troppo spesso tirate in ballo come se ce ne fosse bisogno per ravviare la situazione. Ecco, un romanzo scritto veramente senza infamia né lode. Eppure qualcosa c’è; sissignore perché l’idea geniale di fondo è troppo bella e potente per non lasciarsi sedurre dalla simpatia della storia. L’on-the-road giustificato da una ricerca che è fine e mezzo allo stesso tempo, sa troppo di yankee style per non immergersi quel tantino sotto il pelo del già visto e rivisto. Certamente, anche qua, mi sarei aspettato una maggiore enfasi nelle descrizioni di viaggio, in quella psicologia che ne è l’asse portante ma, probabilmente, avrei chiesto troppo a due giovani scrittori (improvvisati, spero non per il banale fascino del letterato, oltre che per i soldi). Il finale è poi la solita gimkana prima dell’arrivo. Giusto quel destra-sinistra che rinfocola lo spirito e slancia verso l’ultima pagina. Certo è che di finali così ne avremmo volentieri fatto a meno, io e tutti gli altri lettori di questo gener-azionale.
Andrea De Gruttola
Pubblicato su LOGO n°6 giu 2008