All’inferno ci vado in Porsche

Pier Francesco Grasselli – 388 p. – Mursia – euro 15,00

Data: mercoledì, 18 aprile 2007 - ore 23:30

Onestamente, né si perde né si guadagna da questa lettura. In parole povere, il mondo non se ne accorge neanche. Quando l’operazione commerciale è valida, il successo è (quasi) garantito. Questo è quello che accade all’opera dello scrittore reggiano, seconda uscita dopo il ben più impressionante “Ultimo cuba libre”, alle prese con il sequel delle avventure iperrealiste allo sbando dei protagonisti del primo romanzo. Così ritroviamo i giovani di una provincia ormai spremuta in tutte le salse del banale e ristretto-mentale, alle prese con intrecci stile Beautiful del tutti-con-tutti senza disdegnare incursioni con presunzione drammatica rese con estrema superficialità e scarsissima incisività dall’autore. Ad essere morboso lo è eccome ma questo non basta per giudicare positiva un’opera dove l’unico spessore letterario di rilievo e quella del volume cartaceo. Si fa difficoltà a discernere e separare i vari personaggi, con il rischio di perdersi quasi subito dietro la tecnica dell’io narrante multiplo. Se siete bravi, e riuscite a discriminare la pattuglia di disperati senz’anima, vi ritrovate delusi quando tutto viene appiattito dalle medesime azioni, qualunque sia il protagonista in una danza sconclusionata e caotica. La ciliegina sulla torta è lo pseudo finale a sorpresa, dove il colpo di scena giunge come una pallottola sparata ad un cadavere. Grasselli pesca dappertutto ci sia una discarica comportamentale giovanile dei nostri tempi, citando con talento banalissimo e leggero tutto il trito e ritrito possibile. Per carità, gli ingredienti potrebbero anche essere sufficienti, il punto è che il cuoco tenta un soufflè sofisticato pretendendo di servirlo sgonfio ad un tavolo di buongustai.
Andrea De Gruttola
Pubblicata su LOGO n°5 mag 2007