Knockemstiff
Donald Roy Pollock - 216 p. - Elliot - euro 16,00
Data: domenica, 22 marzo 2009 - ore 13:29
Tutto nasce da un’intervista di Chuck Palahniuk a questo cinquantenne dell’Ohio, Mr. Pollock appunto; e questa intervista finisce nelle mani del sottoscritto che, ci mancherebbe, butta subito l’occhio sull’impronunciabile titolo dell’opera che, l’intervistato di cui sopra, ha tirato fuori dal cilindro. Dopo aver chiuso il libro, dopo l’ultima pagina, sono rimasto lì a riflettere se certi posti possano ancora esistere nel cosiddetto emisfero civilizzato. La stessa sequela di storie non avrebbe alcun impatto (se non quello scontato) in un continente africano o asiatico da terzo mondo; ma calare il tutto in una reale ghost town nel bel mezzo dei grandi spazi americani, bè, vi assicuro che lascia il segno. Il perno di tutto è l’abbrutimento degli agglomerati umani in condizioni al limite con lo stato brado. Un villaggio preistorico calato ai giorni nostri, ecco cos’è Knockemstiff. Al posto delle caverne, trailer fatiscenti con altrettante fatiscenti baracche chiamate “case”, sparse qua è là in un crocicchio di statali e, al posto dei preistorici, uomini cresciuti come bestie: il “Buco”, appunto, come viene chiamata la cittadina. L’ignoranza assoluta del totale confronto con una qualsiasi forma di civilizzazione che non fosse quella portata dalla televisione, avviluppa l’intera sbriciolata di vite. Strette da un fiumiciattolo, le statali appunto e le montagne. Topi in trappola che si trascinano negli istinti più biechi fino a cozzare l’uno con l’altro e generare violenza, ma di quella brutale, vissuta come inevitabile sfogo contro ogni più elementare forma di decenza umana. Quello che non manca mai sono le sostanze psicotrope. Tappeto di concime per il terreno arido di queste vite di giovani e vecchi già morti alla nascita, vengono sniffate e sparate in vena o ingoiate come un antidoto al veleno dell’esistenza alla quale sono irrimediabilmente portati a confrontarsi loro malgrado. L’insano richiamo del “Buco” alla fine vince su tutto e tutti. E chi fugge ritorna per crepare e chi vorrebbe fuggire non ci prova neanche. Una solitudine adamantina che ammanta la volta esistenziale; tra miliardi, le stelle morte degli abitanti di Knockemstiff. Andrea De Gruttola
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