Le mille luci di New York
McInerney Jay - 158 p. - Bompiani - euro 8,00
Data: sabato, 25 aprile 2009 - ore 18:11
McInerney è considerato il massimo esperto del Brat Pack americano. Questo suo romanzo lo ha spedito a velocità stratosferica nel gota degli scrittori di successo statunitensi degli anni ’80. Eppure il passaggio segnato da McInerney non è soltanto quello della sua gloria/consacrazione personale; è stato il punto di partenza dei racconti distopici che hanno caratterizzato i vari Ellis, Palahniuk, Coupland e tutti gli altri appresso. Le mille luci è soltanto un seme, un embrione di tutte quelle paranoie, nevrosi e quant’altro abbia poi attecchito sul substrato marcio della società contemporanea: ovviamente con la grande Mela come coltura batterica d’eccezione. E’ quasi innocente il tentativo di parlare di cocaina e sfascio conseguente in un mondo senza cellulari e violenza spiaccicata dappertutto su qualsiasi mezzo di comunicazione. Eppure McInerney riesce nello scopo, coadiuvato dal personaggio di Allagash che sembra davvero un diavolo moderno, sempre presente e di un opportunismo sconcertante. La debolezza del protagonista, sfasciato e destabilizzato dal classico (a quei tempi ancora in voga) dell’amore perduto, di quello accompagnato dalla bellezza stratosferica che sovraccarica i significati e le pene conseguenti; la debolezza come leitmotiv della decadenza e della caduta nell’abisso che però si rivela catartico con una morale inaspettata: la sconfitta e il fondo come punto di uscita verso una rinascita che porta alla semplificazione e con essa ad una vita più semplice. Sia ben chiaro, con le spine ben conficcate fino in fondo.
Andrea De Gruttola
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