Le stanze illuminate

Richard Mason - 495 p. - Einaudi - euro 18,50

Data: lunedì, 20 luglio 2009 - ore 18:39

Terza prova dello scrittore sudafricano che esordì giovanissimo con “Anime alla Deriva” un decennio fa. Quest’ultima fatica, rispetto alle precedenti ha quel tocco di letterarietà in più. Il lavoro di ricerca storico legato alle vicissitudini della sua terra d’origine emerge con forza, orgoglio e passione nelle pagine del romanzo. Mason è maturato, soprattutto nella prosa, scrivendo un “romanzo” secondo tutti i crismi, compresi quelli che vedono qualche passaggio un po’ imbolsito nello scorrere e nella eccessiva particolarità dei dialoghi. Ma la storia regge. La caratterizzazione dei personaggi è curata nei minimi dettagli, anche maniacali volendo; il talento di Mason, il suo punto di forza nelle trame psicologiche legate all’intreccio dei comportamenti e dei caratteri qui, nelle “stanze illuminate”, tocca picchi incredibili. La stessa sensazione del primo romanzo, l’incredulità degli addetti ai lavori circa la perfezione gnoseologica e caratterizzante di quel giovane scrittore (troppo) per poter arrivare a narrare con quella padronanza delle tecniche e dell’afflato che solo vite vissute possono raggiungere, in quest’opera restano intatte, solo traslate negli anni. Un romanzo di maturità, anche qui troppa, veramente, per un trentenne in erba eppure il libro fa il suo mestiere in maniera eccellente. Digressioni storiche sulla guerra anglo-boera di fine ottocento, descrizioni di processi economici da analista d’investimenti oltre che resoconti scientifici dettagliati come non mai. Mason uno e trino, sebbene per necessità professionali ma con un’eccezionale vena narrativa supportata da un rigoroso lavoro di ricerca pregressa. Certo, lontano dal generazionale che l’aveva lanciato ma, come nella vita così in letteratura, l’evoluzione della crescita porta ad una inevitabile maturità. Per niente disattesa.
Andrea De Gruttola