Acqua dal sole

Bret Easton Ellis - 224 p. - Einaudi - euro 10,50

Data: lunedì, 24 maggio 2010 - ore 8:39

Ellis compie una vera e propria ricerca antropologica dell’upper level. La scandaglia e la descrive seppur apparendo superficiale nello stile e quasi pedante in certi passaggi. Attraverso racconti diversi che vedono i protagonisti scambiarsi ruoli e punti di vista descrittivi, viene tratteggiato un quadro che dire desolante e dir poco. Ellis ci tiene a mettere il denaro al centro dell’agire umano; come a dire: si vive e si pensa e si è esseri umani in un certo modo finchè i soldi che possiedi ti tengono sotto una certa soglia di accessibilità ai beni materiali. Ma supera quella soglia…e ti si spalancherà un mondo ch enon credevi neanche possibile esistesse. E a dire il vero, leggendo questa serie di vicissitudini narrate dal nostro statunitense, figlio del boom ottanta e vittima altresì, si resta davvero allibiti da come i soldi svuotino le velleità umane, in questo caso dei protagonisti, e ne amplifichino le paranoie e le semplici difficoltà. Senza differenza d’età, se non lo spettro delle proprie azioni al livello del vissuto che compete ad ognuno di loro. Non c’è scampo per chicchessia: le madri si trascinano stanche da un letto alla piscina ai club esclusivi dove pranzare a verdura e Perrier, con dessert una manciata di pillole anti-depressive e psico-terapiche. I giovani manco a parlarne: l’accesso libero a mezzi assolutamente precoci per la loro età è totale, agevolati dalle colpe dei genitori di cui sopra che sperano di ottenere consenso e perdono ai loro errori pedagogici. Insomma, in una parola, il vuoto esistenziale più assoluto. E’ come una dialisi dell’entusiasmo. Chissà se Ellis nella vita è una persona entusiasta. Interrogativo stupido, ma viene da farselo. Di sicuro.
Andrea De Gruttola