La caccia al tesoro

Andrea Camilleri - 269 p. - Sellerio - euro 14,00

Data: giovedì, 24 giugno 2010 - ore 11:28

Montalbano stavolta diventa più crudo. Camilleri decide di calare il suo commissario in uno scenario molto più brutale e sordido di quanto non abbia mai fatto prima. Due filoni che corrono paralleli; una faccenda legata a bambole gonfiabili (che procura a Montalbano più di una figuraccia) ed una stranissima caccia al tesoro con tutti i crismi che lo vede coinvolto appieno. Come anello di raccordo tra le due traiettorie, all’apparenza disgiunte, intervengono vari personaggi come nello stile Camilleri, con la priorità di un ragazzo, descritto priciso e ‘ntifico a Harry Potter, che diviene spalla di Montalbano nella ricerca di un nesso tra le cose. Ovviamente l’involontarietà della soluzione dell’enigma è tutt’altro che casuale, ma l’orrore e la violenza che tale svelata mostra, lascia tutti scossi. A cominciare dallo stesso Montalbano che, a discapito di tutti gli anni passati tra omicidi e casi di violenza, non riesce a metabolizzare quest’ennesimo fatto di sangue, invocato, addirittura, dopo un lungo periodo di stasi investigativa che pareva non dovesse succedere più niente.
La squadra del commissariato di Vigata si accende lentamente, tra rivelazioni col contagocce del solito capo, un’ammissione di umana debolezza mai sopita da parte di Mimì Augello, dall’indignazione mai vissuta di Pasquano, l’anatomo-patologoa tutta una serie di comportamenti un po’ più su delle solite righe; perfino di Livia e Ingrid la svedese. Insomma, la trama gialla in quest’ultima storia di Camilleri è davvero ben fatta, forse più d’altre, sebbene qualche sprazzo d’intuizione potrebbe arrivare a stare attenti. Resta comunque una delle indagini più belle di questo filone.
Andrea De Gruttola