Auguri - fine anno 2017
spedito da: Andrea
Data: domenica, 31 dicembre 2017 - ore 19:26
Li facciamo gli auguri? Ma certo!
(premessa d'obbligo: chi scrive ha superato i quaranta...)
Senza stare a guardare il 2017, nessuna torsione del collo, dritti avanti, come un asteroide avanza nel vuoto cosmico.
E allora...
...mangiate di gusto, senza sensi di colpa, da soli o in compagnia ma mangiate e se ne avete in più, invitate qualcuno a sedere con voi…
...ascoltate sempre il cuore, che quello parla l’unica lingua che possiate capire senza che nessun altro debba spiegarvi…
...sorridete anche là dove gli altri piangono, maneggiando il rispetto in egual misura...
...datevi degli obiettivi, anche se alla fine non arrivate neanche a sfiorarli...
...senza casacche nè bandiere che certi valori non appartengono a nessuno se non all'universo, indignatevi ogni volta necessaria e sentitevi fieri della vostra onestà...
...fermatevi a piangere, se necessario, finchè ne avete...
...urlate e imprecate, se necessario, finchè non avete raggiunto il fondo…
...non mentite mai, piuttosto tacete la verità se necessario e no, non è la stessa cosa…
...dormite ogni volta che potete…
...rispettate la natura…
...agite per ciò che siete e non per il senso comune…
...non vergognatevi di abbracciare la paura, quando ogni altra opzione è andata esaurita...
...dite no, almeno quante volte dite sì…
…allontanate chi semina ottusamente buon senso, se la follia esiste è perché la natura non fa niente a caso…
…chiedete scusa se avete sbagliato, l’orgoglio è una traversa che porta contro un muro…
…parlate alla gente e guardatela negli occhi quando lo fate, l’ “essere umani” trova in questo un senso assoluto…
…se fiutate un’emozione anche a chilometri, anche se nella direzione opposta al vostro senso di marcia, non esitate a raggiungerla…
E per finire, mi piacerebbe che ognuno di voi che legge, aggiungesse un suo pensiero come augurio personale. Mi farebbe immenso piacere (mi raccomando, nu faciti i sciem')
Jamm'bbell' jà!
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MonteFusco
spedito da: Andrea
Data: domenica, 24 dicembre 2017 - ore 19:9
Di nuovo qui, in questo posto, dopo anni, tanti; qui, dove molte cose sono iniziate e poi finite, in un perfetto anello che ho sempre ammirato con un fascino imperscrutabile. E adesso, di nuovo, inizio ancora, stavolta, però, senza finire... #belvedere #infinito #amore #ilTramite #acciaio #Stelbel #Irpinia #origini
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Corsi e ri-corsi.
spedito da: Andrea
Data: venerdì, 22 dicembre 2017 - ore 10:18
Eh no...che diavolo...un cerchio di auto-referenziazione che manco il più superbo dei superbi...e invece è la banalità dell'esistenza suppongo...
Ps: la vita resta comunque una gran "cosa" sia ben chiaro.
[...]
Lei si stranisce.
-Quindi, mi spieghi che stiamo facendo allora?- non c'è astio nella sua domanda, solo la volontà di capire, che qualcuno le faccia chiarezza.
-Stiamo passando del tempo insieme, tutto qua. Non è quello che fanno le persone, in fondo?- dice lui, senza tradire la leggera malinconia di fondo che ricopre un persistente e solido desiderio fisico, di quelli che partono con un abbraccio, una carezza e finiscono in una unione animale senza accortezze.
Lei sente, sa che lui la vuole, ma non gli riconosce alcun privilegio in questa tensione perchè, in fondo, la reputa allo stesso livello di quelle che sperimenta ogni volta che qualcuno le dimostra interesse. Ed è proprio in questa incapacità di trovare un'emozione che vada oltre quell'appiattimento che conosce così bene, che risiede la sua noia e il suo disincanto. Ma d'un tratto comprende, si ammorbidisce.
-Hai ragione, in fondo, alle volte, condividere del tempo può essere sufficiente, piacevole.-
-Già- dice lui, sapendo di aver raggiunto il confine, quella linea rossa, neanche tanto sottile, più una zona d'ombra direbbe, oltre cui non gli sarebbe stato dato di andare, pena rovinare tutto (di qualunque tutto si parli) e scadere in un già visto e sentito insopportabile. Non più oramai.
[...]
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Resistenza
spedito da: Andrea
Data: martedì, 19 dicembre 2017 - ore 19:52
[...]
"Non dobbiamo mai smettere di parlare d'amore: è l'unica forma di resistenza che abbiamo, l'unica che renda sopportabile questo posto..."
[...]
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Che film...
spedito da: Andrea
Data: venerdì, 17 novembre 2017 - ore 19:2
Solo gli eroi dei film sanno rinunciare all'obiettivo di una vita, lasciandolo andare quell'attimo prima di centrarlo, lasciando lo spettatore incantato da tanto coraggio e capacità di controllo in nome di un bene superiore spesso appannaggio di qualcun'altro; la vita reale è ben altro, gli esseri umani peccano di ambizione estrema e se quell'obiettivo non si fa afferrare, la gestione della frustrazione diviene opera, quella sì, estrema. Saper mollare, quando serve, è necessario e per carità non si parla di fallimento (di attualità patinata in questo momento) solo delusione, che poi nè è parente stretto. Tenere è questione di forza, lasciar andare, paradossalmente, anche. E questo sì, direi, ha quel tanto di "eroico" che serve a farci ripartire e proseguire, determinati, per la nostra strada, anzichè inchiodarci al capezzale di qualcosa che non risorgerà solo perchè rimaniamo lì a fissarla; con qualunque intensità noi lo si faccia...
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IlTramite
spedito da: Andrea
Data: giovedì, 26 ottobre 2017 - ore 12:43
E cosi’ “IlTramite” e’ giunto ed e’ finita la prima fase: l’attesa. Ringrazio pertanto chi lo ha accompagnato nel transito, in particolare Alessandro Caccia e la Stelbel tutta. Adesso comincia la fase due: la conoscenza. Spenderemo tempo, energie e sconsideratezza insieme per capire, fonderci col metallo della sua sostanza e farci tutt’uno per quello che ha da venire. C’e’ tempo, la strada e’ lunga (mai come in questo caso). Diamoci da fare. Avanti.
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Radan...
spedito da: Andrea
Data: martedì, 24 ottobre 2017 - ore 19:31
“Vedendola andar via, di nuovo, dopo tanti anni, guadagnare metri in quel viale grigio picchettato da alberi anch’essi grigi e spenti come se avessero succhiato via la luce tutt’attorno, mi resi conto che non era mai andata via davvero ma soltanto adesso lo stava facendo in modo definitivo, assoluto; fino ad ora s’era acquattata in un angolo del cuore e sebbene io avessi sovente guardato in quella direzione mai, posso giurarlo, mai l’avevo vista li’ celata ad arte tra le pieghe del posto a me piu’ caro. Quanto tempo era rimasta li’, in silenzio, senza mai farsi sentire, quante volte mi aveva osservato fare stupidaggini a binario morto, per altre donne immeritevoli di qualunque slancio da parte mia, anche il minimo, quante?...
E adesso sfumava via, in mezzo a quella nebbia opaca che pareva mangiarsi tutto, divorare qualsiasi afflato di umana provenienza. Ed io, ancora una volta, a sorprendermi con inevitabile ritardo, di quanto poco accorti siamo di fronte alle cose semplici e di quanta acida retorica ci assalga quando prendiamo coscienza del passo indietro che non abbiamo saputo colmare tempestivamente.”
R. Teotgaldreu “Lettere del periodo praghese”.
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un pensiero #2
spedito da: Andrea
Data: sabato, 21 ottobre 2017 - ore 7:30
Il diritto all’affetto dovrebbe essere inalienabile al pari di quello alla libertà.
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Cit.
spedito da: Andrea
Data: giovedì, 5 ottobre 2017 - ore 6:46
“Aveva sempre inseguito qualcosa di infinito, senza il quale la vita non sarebbe servita a nulla. Aveva sofferto per il desiderio irrealizzato di vivere d’amore con una donna. Aveva provato a comprendere il paradosso dell’umanità.”
Federico Pace, Controvento.
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Un pensiero
spedito da: Andrea
Data: martedì, 19 settembre 2017 - ore 12:42
Ci siamo resi abili, "evoluti" si direbbe, nell'equiparare le probabilità di condividere l'altro in una folla oceanica e caotica, a quelle di fare altrettanto in un deserto inospitale in un qualche angolo remoto del pianeta.
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In mezzo al mare
spedito da: Andrea
Data: lunedì, 10 luglio 2017 - ore 20:7
...e guardavo i suoi capelli
neri come la notte più nera,
e il profumo della sua pelle
tutto il sangue mi rimescolava
perché tanto piccolo mi sentivo
dinanzi la sua bellezza
che il sonno mi rapiva
e di contro mi faceva addormentare
perché dentro il mondo dei sogni
tutto insieme potevo vedere
il desiderio tiranno
che quella femmina
offrì al mio cuore
e più voglia di risvegliarmi avrei voluto...
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Non svegliatemi
spedito da: Andrea
Data: mercoledì, 5 luglio 2017 - ore 21:10
[...]
C'eravamo talmente tanto dedicati a quel sogno che di svegliarci non se ne sarebbe parlato più. Ed è così che rimanemmo, stretti stretti uno nell'altro, vegliati dall'abbraccio di un sonno eterno.
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Zona Comfort (almeno così pare...)
spedito da: Andrea
Data: giovedì, 1 giugno 2017 - ore 12:25
Non c'è un cazzo da fare, quando salgo su 'ste strade che conosco a menadito pur non incontrandole più, (meglio di quelle che percorro incravattato e inscatolato ogni santo giorno), lo sento che la cattiveria è la stessa di oltre vent'anni fa, la fame ancora di più se possibile, oltre i quaranta con (scarso) stile aggiunto. Perché la verità è che la strada che invocavo in gioventù un po' mi ha tradito e maltrattato; non mi ha restituito ciò che le avevo affidato, i sogni, le speranze, perdio qualsiasi cosa avesse a che fare con le mie emozioni. Ed è per questo che più mi lascia indietro, più ci do dentro, perché non si illuda che mi sia già arreso e levato di mezzo: per me andare in bicicletta non è mai stato solo pedalare, meno che mai lo è adesso, in questi anni decisivi. Fino alla fine. #stradaPensaciTu #fanculoalresto
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MH 31-03-2017
spedito da: Andrea
Data: venerdì, 31 marzo 2017 - ore 17:55
Stamattina mi sono svegliato e come al solito ho fatto un po' di zapping in rete e mi sono imbattuto in un post su Instagram che riportava un quadrato nero e sotto una roba che non avrei mai voluto leggere. La fonte, peraltro autorevole, non lasciava spazio a fake o bufale o cagate simili ma la mia parte emotiva voleva ancora credere ad uno spiraglio che non concretizzasse cio' che la news riportava. Cosi' sono andato su google e, alle 06:45, ho perso ogni speranza di vivere una giornata migliore della precedente: Mike Hall se n'era andato, falciato dall'ennesimo guidatore d'automobile che era al posto sbagliato al momento sbagliato, suo malgrado o no poco importa adesso. Mi si e' gelato il sangue nelle vene nel leggere l'ultimo post sul suo profilo di FB alle 12:32 del 24 marzo dove scriveva proprio del rischio che correva sulle highway australiane causato da tir e auto e con molti commenti che gli suggerivano di non preoccuparsi di mollare se il pericolo andava oltre, che andava bene cosi' e tutti fronzoli di un grottesca piece del fato neanche fosse stata decisa a tavolino.
Dribblando la facile retorica voglio solo scrivere che se ho comperato le Apidura, cercato di adattare una BH in carbonio nata per scalare e correre alla seducente disciplina dell'ultracycling, passato una settimana indimenticabile per le strade del sud italia l'anno scorso e aver sperimentato un senso di liberta' che manco il 2003 al fottutissimo bivio della 106 prima del deserto lucano, tutto questo lo devo anche e soprattutto all'omino di Harrogate che m'ero messo a seguire sui social e che avrei tanto voluto conoscere al BAM di quest'anno.
E' gia' successo altre volte che un fratello in bicicletta fosse salito in sella senza piu' fermarsi per l'eternita' ma stavolta c'e' un retrogusto che persiste, non se ne va, per niente, sta li' e cerca di stimolarti in qualcosa, ispirarti.
Arrivederci Mike, non c'e' nient'altro da dire...
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Napul'è
spedito da: Andrea
Data: venerdì, 24 marzo 2017 - ore 14:51
Mai avrei pensato, di tutto quel balletto stereotipato tra il bene e il male, di tutte le spole affannate tra Fuorigrotta a Mezzocannone, tra la fuga e il ritorno, l'ordine e il caos, l'addio sentenziato di allora mutato in arrivederci, che l'emozione e la vita si annidassero nelle crepe dei muri, i profili delle strade, gli sbaffi del mare e lui, il grande fratello, che mi guarda rientrare per questa città con il mio (di) sguardo stupido e malinconico di chi non ha saputo prendere al tempo ma solo, timidamente, pizzicare...
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Mies'u'mar
spedito da: Andrea
Data: venerdì, 17 febbraio 2017 - ore 21:10
…e taliavo i suoi caviddri,
nivuri cumma la nuttata più nivura,
e lo sciauro della sua pelle
tutto lu sangue m’arrimesculava
picchì tantu picculo mi sentìa
dinanzi la su billizza
che lu sonnu mi rapì
e di contra addrumiscire mi facìa
picchì dintra lu munno di’ sogni
tutto ‘nzemmula io putìa vidiri
lu desiderio tiranno
ca’ chidda fimmina
pruì a li mi cori
e più gana d’arrisbigliarmi vulissi…
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A cena.
spedito da: Andrea
Data: sabato, 4 febbraio 2017 - ore 13:54
-Vino?- il cameriere sta lì al fianco in attesa.
-Fai tu- dice lei, al margine della serata, come uno spettatore casuale di uno spettacolo altrui.
Lui indica qualcosa sulla lista, scivola col dito sul nome e il cameriere lesto segna, prende e richiude il menu e con un lieve segno del capo sancisce la sua approvazione alla scelta.
-Dicevi?- si affretta a chiedere lui per non perdere la scia della conversazione, tradendo una certa urgenza sebbene nessuno dovesse andare da nessuna parte.
Lei accenna un sorriso, guarda di lato, si aggiusta sulla sedia.
-Storie tante ma nessuna seria- fa con un pizzico di delusione nella voce.
-Cos'è una storia non seria, si scopa ridendo?- fa lui in un maldestro tentativo di dissipare eventuali malinconie all'orizzonte.
Lei sorride, dice:-Questa non è tua.-
-Vero- fa lui, -Un film ma lasciamo perdere...-
Lei riprende, -e che è sempre la stessa roba, o sono già impegnati oppure non vanno oltre, si arrendono alla prima difficoltà. Magari una sera non sono dell'umore giusto e loro scappano via perchè pensano che non mi interessa niente e nessuno.-
-E vabbè, se non insistono vuol dire che non sono quelli giusti non trovi?- fa lui sparando la sentenza con fin troppo disinteresse.
-Più che altro, che non ci tengono come vorrei io e comunque sì, sono tutti dei brocchi ecco- chiude lei con rinnovato disincanto.
-Magari restano affascinati dal primo impatto, il tuo sorriso, i tuoi occhi- dice lui.
C'è un attimo di silenzio, un impercettibile tempo morto. Lei si schernisce ma in fondo sa che ha detto una cosa vera.
Lui incalza, -d'altrone anche io sono stato banale.-
-Cioè?- fa lei ammantando di imbarazzo il momento. Sa bene dove vuole andare a parare l'uomo che ha di fronte e, sebbene non gli interessi da quel punto di vista e aveva accettato l'invito a cena perchè è pur sempre una persona piacevole e il tempo passato con lui non è certo sprecato, vuole stroncare ogni tentativo di virare su un "noi" che non esiste.
Lui sa che sta giocando una partita persa, lo sapeva bene anche prima di invitarla a cena ma gli esseri umani spesso si appoggiano a steli d'erba perchè hanno fede, vogliono credere all'impossibile, succhiare anche quel poco di quell'emozione che una vita moderna, in una città moderna, negli anaffettivi tempi moderni permette di provare.
-Beh, anch'io sono caduto in quegli occhi mentre venivo spinto giù da quel sorriso, denotando un'incredibile superficialità emotiva.-
Lei inarca le sopracciglia, non crede di aver capito bene. Ecco un'altra cosa che non gli piace di lui, questa complessità verbale, quest'arzigogolo linguistico che proprio non riesce a mandar giù; lei, che invece si reputa diretta e basica, senza fronzoli, sbrigativa ed efficace.
-Non ci si dovrebbe mai farsi piacere qualcuno solo per un sorriso, è maledettamente immaturo, roba da ragazzini. Come giudicare un pasto solo guardandolo, senza nè chiedere cosa c'è nel piatto nè tantomeno assaggiarlo.-
Lei per un attimo si sente piccata, senza doverne avere motivo peraltro.
-E dunque mi stai dicendo che sei stato avventato e adesso scopri di aver preso un abbaglio?- eccolo il riassunto, secco e senza fraintendimenti.
Stavolta è lui a sorridere. La fissa negli occhi senza arroganza.
-Ti interessa davvero quello che penso di te? Io non credo proprio. La tua è pura curiosità, asettica e senza uno scopo aggiunto.-
Lei si stranisce.
-Quindi, mi spieghi che stiamo facendo allora?- non c'è astio nella sua domanda, solo la volontà di capire, che qualcuno le faccia chiarezza.
-Stiamo passando del tempo insieme, tutto qua. Non è quello che fanno le persone in fondo?- dice lui, senza tradire la leggera malinconia di fondo che ricopre un persistente e solido desiderio fisico, di quelli che partono con un abbraccio, una carezza e finiscono in una unione animale senza accortezze.
Lei sente, sa che lui la vuole, ma non gli riconosce alcun privilegio in questa tensione perchè, in fondo, la reputa allo stesso livello di quelle che sperimenta ogni volta che qualcuno le dimostra interesse. Ed è proprio in questa incapacità di trovare un'emozione che vada oltre quell'appiattimento che conosce così bene, che risiede la sua noia e il suo disincanto. Ma d'un tratto comprende, si ammorbidisce.
-Hai ragione, in fondo, alle volte, condividere del tempo può essere sufficiente, piacevole.-
-Già- dice lui, sapendo di aver raggiunto il confine, quella linea rossa, neanche tanto sottile, più una zona d'ombra direbbe, oltre cui non gli sarebbe stato dato di andare, pena rovinare tutto (di qualunque tutto si parli) e scadere in un già visto e sentito insopportabile. Non più oramai.
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