E ancora, ancora e ancora...
spedito da: Andrea
Data: domenica, 1 marzo 2009 - ore 1:30
Così, ancora una volta ho chiuso la mano intorno alla lama affilata e ho tirato verso l'alto. Sangue è sgorgato, a fiotti gentili lungo il filo tagliente, rubrando il metallo nobile, forgiato per altrettanti scopi; con l'unico fine di dare la morte.
Dopodichè è stato il solito asfalto, bruno e meditabondo, odoroso di sostanze aromatiche, pavimento delle tristezze umane da notte fine settimanale. Così chiusi e senza scampo, peggio delle bestie al macello. Mi chiedo su quale treno stiamo viaggiando così costipati da non permetterci neanche di girarci per guardarci negli occhi.
Dove gli errori? In quale lacrima, delle tante versate al suolo freddo, è nascosta la risposta che si porta dentro la verità? Chi può dirlo. Non tutte le domande hanno risposte, che fottutissima verità frustrante e spietata.
Così pieno di rabbia e dolore. Come uno stupendo frutto completamente marcio dall'interno. Con l'unica via d'uscita occlusa dall'inedia.
Praticamente un ordigno di carne ed ossa.
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