Un salto giù dal treno in corsa
spedito da: Andrea
Data: giovedì, 11 giugno 2009 - ore 23:33
Stanotte nell'aria nera cadono fiocchi di seta.
Le stelle sfolgorano tremolanti, il vento si solleva discreto, la luna rischiara d'opale la campagna.
Pare quasi che si possano chiudere gli occhi senza far male a nessuno, senza che nessuno se la prenda per questo. Si segue con la testa una carezza del nulla, una corrente di calma che vuole lenire la tensione che affonda nelle carni, come veleno al mercurio. Eppure ci si crede, ad essere ancora fiduciosi, sebbene affamati come cani durante le guerre, sebbene le costole del cuore si possano contare come tasti di un pianoforte.
Il ruscello sciacquetta senza leggi fisiche, tutto caso ed entropia. Eppure, per un attimo, uno solo rapido e insolente, ci si è fatti cullare, illusi che una pausa ci fosse concessa in tutto questo lottare.
Poi apro gli occhi. Mi giro sulla destra un attimo prima che il volto del mio compagno si squarci da parte a parte per un proiettile che gli esplode in faccia, un attimo dopo che mi ha sorriso. E mentre io lo osservo afflosciarsi al suolo come una bestia al macello, sento odore di bruciato e polvere da sparo e il gusto metallico del sangue che pare affogarmi perchè m'accorgo d'essere stato colpito anch'io, mentre il mondo sfuma e si zittisce. Mentre tutto intorno a me va veloce di dolore e morte.
Eppure, per un attimo, il paradiso l'abbiamo vissuto prima di poterci andare per sempre.
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