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La bambina con il gatto in braccio
spedito da: Andrea
Data: domenica, 21 giugno 2009 - ore 15:36
Non è una foto di un museo o di una casa rurale nè una foto del secolo scorso (o forse sì...). Sta appesa ad un muro di un appartamento che ho visitato di recente e non so perchè (o forse sì...) mi intenerisce non appena la guardo.
Avrei voluto raccontare chissà cosa di questa visita ed invece non lo farò, perchè mi rompo il cazzo di raccontare sempre le stesse cose e di scrivere belle parole per chi non sa che farsene. Per qualcheduna di quelle (poche) che ho reso tristi in passato e che mi hanno augurato ogni sorta di maleficio, bè, sappiate che ad oggi siete più che autorizzate a sentirvi soddisfatte. E' ovvio, mie care, che non sarà sempre così fino alla fine però oggi i vostri anatemi stanno funzionando. Presuntuoso pensare che possiate ancora pensare al sottoscritto anche solo per un vaffanculo retroattivo? No, per carità, è soltanto che credo nella perseveranza dell'odio, tutto qui, nella vendetta fine a se stessa e nella rabbia che chiede vie di sfogo. L'egoismo è un potente deterrente quando si mescola al dolore: genera un odio incontrollabile.
D'altronde, per un violento come me non potrebbe essere altrimenti. E che, vedete, ai tempi, probabilmente avevo talmente odiato io da non potermi trasformare in carnefice e così, con estrema distruttiva innocenza, ho fatto anche peggio. Che ci volete fare, nella vita non sempre si incontrano personaggi lineari e prevedibili, men che mai gestibili e controllabili.
Oggi pago il conto sapete? Ve lo volevo dire perchè alla fine, se tornassi indietro, probabilmente vi chiederei scusa e tenterei un riparo di qualche sorta. Poi però penso che è giusto che sia andata in un certo modo affinchè io potessi comprendere entrambe le sponde del fiume e capire che non c'è più nulla per cui vale la pena credere e sognare quando si parla di "rapporti eterosessuali".
Amore e sentimenti e tutte queste stronzate varie le lasciamo alle epoche da romanzo d'appendice. Oggi valgono le folgorazioni senza intelletto nè coscienza e men che mai consapevolezza. E allora che noialtri si sguazzi nella nostra merda, cosicchè capiamo che la vita, al giorno d'oggi, inanella solo sforzi titanici per raggiungere il bene. Che il giusto è alla fine d'un arcobaleno di violenza e cattive intenzioni. Perchè la forma è tutto e il contenuto accessorio. Il vuoto può essere seduttivo, se ben celato.
Cosicchè, mie care, sappiate che vi penso ancora con affetto, perchè siete l'unica cosa che mi fa andare avanti senza un lamento, senza commiserazione, che mi fa sentire forte. Continuate a pensarmi con negatività, ne ho bisogno, solo così resto dritto sul campo mentre le lame affondano nelle mie carni. Senza di voi sarei ancora un piscialletto senza midollo.
Come disse Hibsen (citato di recente da una mia amica): l'uomo forte è colui che è solo.
E a me sta bene così.
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