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Comprensioni
spedito da: Andrea
Data: lunedì, 31 agosto 2009 - ore 23:31
Ogni volta che esco di casa, ogni volta che sto in strada. Osservo, ascolto, valuto. Sto lì che penso, ragiono e cerco il senso. Pare che non ci sia mai da finire di imparare dalle situazioni e dalle cose che ti circondano. Basta una telefonata, una conversazione o l'essere al posto giusto al momento giusto (o sbagliato cambia poco), basta insomma esserci.
E allora si scopre che un motivo c'è sempre, che una comrpensione delle cose c'è sempre. E spesso e volentieri è la fragilità dei nostri tempi. Arrivo sempre a credere che le cose non possono far altro che peggiorare. L'ottimismo, di cui tanto si parla, è davvero una bestemmia penso io. Chi è solo è incazzato e debole, perchè è privo di qualcosa di grande, perchè non ha appoggi alla propria stanchezza, sponde al proprio giudizio. Chi è in coppia, invece, fa l'esatto contrario: si chiude a riccio. Due emisferi a chiudersi sul loro amore, il frutto all'interno da proteggere. Senza intromissioni dall'ambiente esterno, dimentichi, spesso che c'è sempre un picciolo che li lega ad un ramo che dà loro vita.
Sconfitti comunque, i solitari e gli innamorati. A meno che quest'ultimi non abbiano la forza di spezzare il cerchio, di far sì che quel sentimento che condividono e che, all'apparenza è solo loro, possa diventare vantaggio anche per altri miseri esseri umani. Ma è cosa rara.
Ci provo a comprendere la corrente. E cerco di lasciarmi andare, comunque vada. Ho letto di recente riguardo JFK per alcune ricerche che sto facendo; c'è una frase stupenda che dice: Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.
E a me piacerebbe poterla mettere in pratica questa affermazione perchè a crederci davvero, senza riserve, ci si potrebbe davvero sentire al sicuro. Protetti senza dubbi.
commenti: 4
>>torna a casa...
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Troppo poco per dispiacersi...
spedito da: Andrea
Data: mercoledì, 2 settembre 2009 - ore 17:43
Quanto hai ragione!
Ma quale dispiacere.
Ti dico ancora grazie per l'interazione, mi diverte da matti. D'altronde è per questo che scrivo.
"Ibis et redibis non morieris in bello"
spedito da: Fanciullina
Data: mercoledì, 2 settembre 2009 - ore 14:47
Quante volte da ragazzino ti hanno raccontato la storia del condottiero romano che andava dalla sibilla a chiedere previsioni prima di partire per la guerra?
"Ibis et redibis non morieris in bello": parlando le virgole non si vedono però se la virgola la metti prima del "non", la sibilla prevede che "andrai e ritornerai, non morirai in guerra". Se la si mette dopo il "non", il senso sarà "andrai e non ritornerai, morirai in guerra".
... mi spiace per l'equivoco, alla prossima!
Ho messo male le virgole.
spedito da: Andrea
Data: martedì, 1 settembre 2009 - ore 23:51
Mi sa che ho sbagliato davvero la punteggiatura.
Io dico che si "potrebbe" stare al sicuro, non che lo sia per forza.
Nessuno di noi ha una vita che non è collegata a qualche altro essere umano. L'interazione è alla base della vita. Come fai a pensare di agire solo per te stesso, come fai a pensare che non c'è una responsabilità che coinvolge terze parti una volta che agisci? Questo intende Kennedy, specificatamente per chi ha, appunto, ruoli di responsabilità.
E certo che vivo la mia vita con responsabilità, o almeno ci provo e non è detto che ci riesca, anzi. E certo che maledico la mia solitudine come pure proteggerei fino alla morte una persona amata.
Infine, la mia frase finale "protetti senza dubbi" significa "protetti senza alcun dubbio d'esserlo" non "sei protetto se non hai dubbi"; dovevo metterci la virgola, maledizione!
Scherzavo "fanciullina". Grazie per l'interazione.
il dubbio
spedito da: fanciullina
Data: martedì, 1 settembre 2009 - ore 14:11
Non sarà il fare il tuo dovere che ti proteggerà, che ti farà sentire al sicuro, anzi.
Il fatto stesso che si agisca per dovere ti rende fragile, vulnerabile, significa che sai che la tua vita è collegata a quella di chi ti sta intorno, di chi non conosci affatto.
Il fatto che tu senta che ciò che fai incide sulla vita altrui impone che tu responsabilmente viva la tua vita, protegga il tuo amore se ce l'hai e maledica la tua solitudine.
E' il dubbio che fa sì che la tua vita sia degna di tale appellativo, è il dubbio che fa sì che tu senta la vita.
Senza dubbi non si è protetti ma solo morti.
>>torna a casa...
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