Arrivederci Irpinia
spedito da: Andrea
Data: sabato, 21 luglio 2012 - ore 9:58
E così finisce anche questa volta. Pochi giorni, ma sempre insufficienti per distendere perbene i ricordi, i saluti, gli affetti e le malinconie; le piccole conquiste e i confronti, le precarietà delle esistenze, la nostra fragilità di esseri umani legati alle emozioni, nostalgici come reduci di grandi conflitti, a pedalare per inseguire, con la scusa della pratica d'esercizio, a preparazione di un epocale massacro, srotolando le ruote sull'asfalto amico, fratello, storico e sempre generoso. Asfalto slavato e arso, sconnesso e sforacchiato, che riveste strade che s'aggrappano a crinali che c'hanno visto crescere, mentre noi ci confrontiamo ancora una volta con il metro del tempo, in grado di piegarci e sottometterci, scatenare paure ancestrali, spettri di solitudini assolute, mentre noi saliamo, come se nulla cambiasse, solo un po' più riflessivi e maturi, senza spunti istintivi e incoscienti, coscienti e pazienti come mai eravamo stati. Cresciuti, sicuramente, ma anche stoppati a un piano che non vogliamo lasciarci alle spalle. E così, l'unica vera soddisfazione è proprio quella di dimostrare agli anni che anche se nelle stanze di numerose città la vita chiede cambiamenti naturali, qualcuno riesce ancora a vivere il ricordo, non solo nella mente, ma nella concretezza del sudore e della fatica. E così, saluto ancora una volta, con qualche tensione in più e qualche riga di gioia agrodolce, mentre fisso questi profili e cerco di catturarli per non farmeli scappare dalla memoria. Tornerò più spesso, è l'unico modo per non rinnegare e guadagnare un po' di pace.
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