Trenta giorni dopo
spedito da: Andrea
Data: sabato, 6 ottobre 2012 - ore 12:4
Ho aspettato un mese, volevo essere sicuro, non avere dubbi, soprattutto non essere ingannato da me stesso e dalle mie sensazioni spesso fallaci, leggere, deboli. Invece no, stavolta no; stavolta restano, si legano al substrato emotivo in modo assolutamente indissolubile, si fondono ecco, questo il termine giusto, si fondono. Qualcosa è successo laggiù, sugli altopiani in mezzo alle Ande, qualcosa di irrimediabilmente definitivo e tremendamente potente. Una gioia, un fermento dentro inspiegabile: una forza di prospettiva che mai avevo sperimentato fino ad oggi, soprattutto in un regime di vita completamente asservito ai ritmi lavorativi mai a questo livello di impegno. Eppure, in una parola, l'equilibrio. Dinamico certo, con straordinarie forze in gioco ma perfettamente bilanciate nel permettermi di avere una visione su tutto l'insieme. Che meraviglia signori, che gioia delicata e fantastica: un sabato del villaggio leopardiano spalmato su tutta la settimana. Un attendismo elettrico come prima delle grandi tempeste, quelle che distruggono per far spazio a nuove creazioni. Ancora una volta in mezzo io, piccolo uomo insignificante contro i giganti del tempo, eppure fiero, felice e pieno di piani per il futuro. Tenetevi pronti, al prossimo giro sulla giostra ci saliamo tutti credetemi.
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