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Gli spaghetti con le vongole mi stanno chiamando.(Quest'anno sono andato lungo)
Auguri 2012

spedito da: Andrea
Data: lunedì, 24 dicembre 2012 - ore 19:14


Di nuovo qui, per il solito appuntamento annuale. A dire il vero avrei voluto dare un'occhiata agli auguri degli anni precedenti per farmi un'idea, marcare lo srotolarsi del tempo e delle mie idiozie, poi ho pensato che improvvisare senza memoria sarebbe stato più onesto e dunque andiamo a cominciare.
Innanzitutto, quest'anno è stato veramente un bel solco dal gusto epico, con una portata storica senza precedenti. Possiamo ricordarci tutto quello che vogliamo ma certamente in testa metterei:
l'ennesima sconfitta della politica, ancora una volta sacrificata sull'altare degli egoismi umano, con una congrega di bastardi dalle solite voglie e perversioni che di tutto si sono interessati tranne che di ciò per cui sono stati chiamati su quegli scanni. E vabbè, cosa fare? Verrebbe voglia di piazzargli una palla di piombo in testa e avanti un altro, incazzarci come si deve, un po' alla nordafricana maniera che pare abbia fatto scuola soltanto al di sotto del mediterraneo. Da quest'altra parte, gli unici che potevano dire la loro, i discendenti degli dei dell'olimpo hanno lanciato qualche molotoff sulla polizia e amen, dopodichè ragazzi tutti a casa a sfondarci di feta e mussaka. E se nemmeno loro si incazzano oltre la solita ignoranza nazista da cavalcare come una cavalla storna, figuriamoci noialtri mangiaspaghetti. Qui da noi, si suggerisce di levare il "magnare" e "scai" e forse almeno la frangia dell'intellighenzia si riverserebbe nelle piazze, almeno questo il pensiero dei filosofi. Nella realtà, continueremo a farci inculare a crudo finchè ne avremo, come abbiamo sempre fatto che forse in fondo in fondo ci piace pure, non si spiegherebbe altrimenti. Dopodichè arrivano i "tecnici", manco ci fosse da riparare una centrale termonucleare. 'sti qua arrivano, salgono sulle poltrone e fanno i conti, può darsi con fogli ecsel chissà, fattostà che tutto diventa una "voce" di bilancio, compreso i cori di vaffanculo del ceto basso, derubricati come scorregge da bar e solite lamentele. Va bene, e allora? L'Europa, che di noi sa quanto basta, cioè coltivatori di arance, vulcanologi per vocazione e mai si dica il contrario, una secumena (o Direttore, ndr) di mafiosi, non appena cacati dal ventre materno, l'Europa dicevo plaude ai "tecnici" che pare abbiano riparato le varie falle del sistema paese, un po' come cercare di chiudere i buchi di uno scolapasta. Ovviamente, utilizzando come materia prima, per tappare intendo, i culi del ceto basso di cui sopra. Ma poco conta, i conti sono in ordine, adesso si dovrebbe pensare ai marchesi e i baroni e tutti gli altri fino ad arrivare a coloro che per arrivare a fine mese invocano una riforma gregoriana bis del calendario nell'ottica di ridurre i giorni del suddetto mese. Dopodichè i tecnici forse hanno esagerato un po' troppo, tanto da far incazzare quelli del piddielle che ricordatisi d'un tratto che ne avevano facoltà già da tempo, li mandano a casa e chi s'è visto s'è visto scatenando un putiferio. Monti, che era la versione economica di Tremonti, uno al posto di tre, non si decide se scendere in campo o meno, dove il campo dovrebbe essere quello dell'orto dietro casa sua, come dovrebbe fare un pensionato invece di continuare a scassare la minchia con l'Europa e tutto il resto. Che poi, l'Europa prima di tutto, innazitutto, e soprattutto, praticamente per l'Italia l'equivalente di cambiarsi le mutande senza pulirsi il culo. Perchè il problema non è mai stato dal di fuori ma da dentro; perchè l'unica invocazione decente per questo straordinario paese, come si ama dire ogni tanto, non può che essere l'onestà individuale, la comprensione del momento difficile, che per altro abbiamo creato noialtri da un passato di sperperi che neanche alla corte del sultano del Brunei, e il rispetto verso il prossimo e chi si fa il proverbile culo, nell'ottica di una soddisfazione prettamente autocelebrativa, datosi che nessun'autorità ha più la stessa per poter aprire la bocca e dare giudizi. E tanto per non farci mancare niente, assistiamo ad una sbandata mnemonica manco un'ischemia collettiva, che le bombe dei primi 'novanta hanno già esaurito il loro potere sulle masse; certamente di sicuro su quel cinghiale di Mancino, cacato una ottantina e più di anni fa sulle colline a un decina di chilometri da casa mia che d'un tratto non si ricorda più manco di aver incontrato un morto che camminava nei corridoi del suo indegno ministero, per dirgli che lo stato, non sapendo che pesci pigliare contro le bombe di cui sopra, stava discutendo con delle bestie ignoranti su cosa volessero per finire di bombardare lo stivale e che di conseguenza, il morto deambulante di cui sopra, avrebbe fatto bene a non scassare i cabasisi pena i cazzi suoi. E sappiamo tutti com'è andata a finire. E al traino? Bè, nonno Giorgio che fino a che non iniziava a mettersi i pannoloni senili per evitare di pisciarsi addosso nelle lenzuola presidenziali, girava in paltò e borsalino grigio soviet, ad arringare i compagni sulle lotte di classi e le varie stronzate finchè, investito della massima carica in anni recenti si premurava di conversare amabilmente con lo smemorato di Montefaucione di come ficcare la munnezza sotto al tappeto che poi c'avrebbero pensato gli altri a ripulire. Non merita approfondimento, direi saggiamente, la cronaca delle nottate brianzole del Silvio nazionale che, a dirla tutta, ha veramente smarronato fuori dal vaso piazzando troie col pedigree a vario titolo in posizioni istituzionali pagate a peso d'oro con i nostri soldi, sottolineerei, per remunerarle della generosità carnale esibita dalle giovani pulzelle. E qui piazzo un punto su 'ste menate sennò non ne usciamo vivi; ma fateci una riflessione al di là de: „l’avrei fatto anch’io eccheccazzo, mica semo?“
La parentesi esterna finisce qui, anche per farci il punto e due risate perchè, sia ben chiaro, nell'ottica del giustificalismo, sport nazional-popolare, tutto quello che ho detto è sicuramente opinabile, interpretato male e tacciabile di faziosità ma che volete, c'è addirittura chi nega l'olocausto, figuriamoci.
Passando alle notizie dall'interno, il sottoscritto ha marcato ancora botta recuperando se stesso dopo l'ennesimo, incomprensibile, martirio ciclistico, stavolta dipanatosi nei deserti sudamericani ad altitudini da ipossia, il tutto per dare un senso, "quel" senso che si invoca e si ricerca per gridare vittoria. E non che i segni non siano mancati nel corso di questo fantasmagorico anno. Ne ho trovato un po' dappertutto ma certamente da rimarcare il weekend trinacrio dove, tra una impennata di intellettualismo sui genereis e copiose ma consapevoli libagioni superalcoliche, si prendeva nota dell'inossidabile volontà di trovare ciò che si cerca, senza sconti e a qualunque costo. La vita richiede sacrifici oltre quelli che si è soliti snocciolare nel qualunquismo dilagante delle mura familiari e lavorative, ragion percui lo zaino non è mai pieno abbastanza così come le mazzate da prendere. Stiamo all'erta per cortesia.
E dunque? Cosa fare, come posizionarsi ai blocchi della prossima ri-partenza? Mah, senza dubbio la propria consapovelozza, la capacità di misurarsi i limiti, quelle misure necessarie che serviranno proprio a tracciare la metrica da superare una volta col piede nel nuovo anno. E in questo lo zio vi aiuterà ancora e una volta perchè a 'sto giro si scende in strada tutti, dal primo all'ultimo, previa coscienza adamantina sul significato della sofferenza e del, nuovamente, martirio autoimposto: ma se vorrete, e sono sicuro che molti di voi lo vorranno, potrete scendere al mio fianco sui nastri d'asfalto che non saranno più lontani decine di migliaia di chilometri in qualche posto desolato dell'altro emisfero ma proprio qui, nella terra nostra, che ha bisogno di un tot di rinfrescata su chi cazzo siamo e perchè c'abbiamo 'sti confini qua: chi è crepato per farci stare insieme non merita tanta schifosa sfrontatezza e menefreghismo. E' giunto il momento di onorare le nostre latitudini, con serietà e abnegazione, per portare un messaggio di unità e patriottismo che, credetemi, non potrà far altro che bene in questi tempi bui da fine del mondo. E, in estrema ratio, se avete un cuore da abbracciare, un ideale che vi sostiene, una bellezza da difendere, una bontà da perseguire, ritornate ad esse quando il cielo scaricherà pioggia e voi sarete all'addiaccio perchè nulla, neanche il padreterno, potrà redimerci ad un passo dalla fine.
Oltre questo, ci siamo solo noi, non inganniamoci, teniamo duro che la luce non potrà sempre essere così fioca ma scatenare l'incendio di un nuovo sole è soltanto compito nostro.
Diamoci da fare e subito. Intanto buon Natale.

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