Per ItaliaGiallaBianca
spedito da: Andrea
Data: martedì, 2 luglio 2013 - ore 23:30
Non è mai stata solo una questione di gambe, nè di un mucchio di tubi di metallo saldati insieme con qualche pezzo di gomma e altri materiali sparsi. Una curva non è mai stato solo un cambio di traiettoria, nè una salita una variazione di pendenza. Soprattutto, una strada non è mai stata solo una traccia di passaggio per uomini e mezzi, bensì un percorso. Io sono stato e, sono, un uomo fortunato, l'ho sempre detto e continuerò a dirlo finchè nè avrò e oltre. Ho conosciuto le lacrime di gioia al culmine del sacrificio, i brividi di un'emozione sconosciuta per aver stretto un mucchio di pietre dove gli uomini sono rari. Ho respirato a fatica in mezzo al niente e spinto lo sguardo oltre i bordi dei miei limiti. In una parola, ho vissuto la libertà, quella autentica e grezza, quella che non appartiene al mondo che conosco quotidianamente. Ho condiviso il valore dell'uumanità nel rispetto della madre terra, sudato liquidi alcalini mentre purificavo il mio interno, pianto per lo scarico di una debolezza da piccolo, insignificante essere umano, dinanzi all'eterno. Ho avuto paura quando non ce ne sarebbe stato motivo e sono stato coraggioso quando era inutile. Ma di nuovo rientro circolare al punto di partenza e stavolta vedrò di nuovo schiene curve davanti a me, nel gesto nobile della pedalata, come un tempo fa. E sono certo della giustezza della strada che mi e ci sta aspettando, nella sua severità di maestra che va oltre un insegnamento elementare e alla portata di chiunque. Lo dicevo all'inizio, sono fortunato, siamo fortunati. Perchè ci sarà dato di sfidare noi stessi e le nostre vergogne, i cedimenti elementari che fanno crollare le fortezze, la messa a nudo delle nostre arroganze per ritrovarci umili come la pioggia che assorbe il terreno, senza pretese, parti integranti di un meccanismo che muove circolare da millenni. Non sarà facile, perchè malediremo l'abbraccio del martirio apparentemente inutile e privo di scopo, perchè il dolore delle fibre muscolari in distruzione ci ricaccerà indietro nei meandri più bui della nostra coscienza ma, se rimarremo in sella, usciremo a rivedere la freschezza del rinnovamento, la nuova pelle che ci coprirà nella follia delle discese a perdifiato, in mezzo agli sguardi distratti di chi non ci conosce mentre noi saremo e siamo, ambasciatori di una gloria che non ha premi, nè vincitori, solo, unicamente, uomini fieri.
Vi aspetto in strada, perché, statene certi, sarà una grande, generosa, favolosa, strada.
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