Sul treno 2...
spedito da: Andrea
Data: martedė, 24 febbraio 2015 - ore 9:22
Ah ma oggi deve essere il mio giorno fortunato...
Sempre in treno, appena ripartiti da Bologna, lo speaker annuncia di silenziare i cellulari e ridurre il tono di voce nelle conversazioni per arrecare il minor disturbo possibile ai passeggeri. Neanche il tempo di finire la frase che parte una suoneria di un pezzo dance che adesso non saprei individuare (in ogni modo pezzo da baraonda tamarra) su una scala di decibel da sanzione regionale. Il destinatario, di chiare origini non madrelinga data la completa nonchalance con la quale si fa attraversare dall'annuncio che ancora balla nell'aria, dopo qualche secondo di apprezzamento della orecchiabile melodia, decide di rispondere esordendo con:"Giuā (Giovanni ndt) nu puō capė, nu puō capė..."
L'abbrivio non promette niente di buono. Giā il fatto che ribadisca l'incapacitā del suo interlocutore di comprendere quali incredibili storie gli siano capitate, č tipica strategia per ottenere il massimo dell'attenzione. Una sorta di "status ignorantiae" necessario al monologo che sta per aver luogo.
Il volume di voce con il quale il tizio inizia a parlare č da comizio ciggielle da primo maggio. Palesate le sue origini in terra Felix, malcelando la sua indole cafarda, il discorso si dipana senza alcuna pudicizia in una carrozza di gente tipicamente italiota che applica la regola delle tre scimmie.
Il sottoscritto, dopo aver seguito un pezzo di conversazione che devo dire aveva una sua logica perversa, alla sentenza:"None Giuā (sempre lui), Renzi nunn'č cazzo ru suji..." (cosė, riassumendo con estremo acume politico), mi alzo per mettere fine al delirio populista.
"Chiedo scusa, potrebbe abbassare il tono della voce?"
E lui, premuratosi di apporre una mano sul microfono del telefono:"Azz, scusate, ma perchč stavo gridando?"
Io lo fisso negli occhi per qualche secondo, dopodichč torno al posto senza dire nulla con lui che fa, sussurrando:"Giuā, mo' stongo rind o'treno, nu pozzo parlā. Ci sentimmo quanno scengo..."
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>>torna a casa...
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