Sull'orlo, sul filo, sul bordo.
spedito da: Andrea
Data: martedì, 5 gennaio 2010 - ore 13:50
Anni fa ero sdraiato sulla pancia strisciando fino all'orlo di un burrone che dava sul mare. Ero in Scozia, nel pieno delle Highlands, avevamo camminato io e Mix per una mezz'ora prima di arrivare a quel crinale. Vi dico che era affascinante e morbosamente attraente il fatto che tu avessi quest'orlo frastagliato come se avessero tagliato la terra con una forbice arrugginita. Tutto si fermava di botto, un attimo prima l'erba e i fiori e l'erica, un attimo dopo il vuoto. E che vuoto. Stavo talmente in alto che tutto sembrava così lontano come un paesaggio artificiale di un trenino. Una barchetta andava stanca scoppiettando e le onde sciabordavano senza che io potessi sentirle. Tutto blu, sopra e sotto, mare e cielo, terra ed erba, verde e roccia e una calma, ragazzi una calma che ho raramente provato in vita mia in altre occasioni. Dopodichè mi sono girato di schiena con la testa a penzolare nel vuoto, fissando le nuvole sbiancate che sembravano spruzzi di panna su un piatto azzurro. Mix era al mio fianco e sembrava che niente potesse toccarci e farci male. Soprattutto, non credevo che io avrei mai potuto fare del male, ero così arrogante e sulla difensiva che pensavo solo a prenderle. E invece oggi conto gli attacchi che porto a termine, le rovine che lascio e la capacità distruttiva come un re Mida al contrario. Non mi pare possibile, non ci credo ancora, mi racconto ancora una volta bugie. Mentre penso ai vetri appannati di fine ottobre.
Ma questa è un'altra storia.
Hai una possibilità e puoi perdere.
Non la afferri e hai già perso.
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