La macchina del tempo.
spedito da: Andrea
Data: lunedì, 24 maggio 2010 - ore 22:50
Ieri mattina sono tornato a Benevento in bicicletta rientrando poi per San Giorgio del Sannio.
Al di là del risultato d'allenamento, che può davvero interessare nessuno, sono qui a registrare un vero e proprio viaggio nel tempo. Non saprei dire quand'è stata l'ultima volta che ho compiuto questo percorso e per quale occasione poi, fattostà che so che lìho rifatto ieri, ancora una volta, con una riverenza che non mi sarei aspettato. Come se dovessi aver timore di rimanere piantato, senza fiducia nei miei mezzi su quegli ottanta chilometri di salitelle spaccaritmo e spaccagambe. E invece tutto ok, paura a mezzo tragitto con le gambe che sembravano di marmo dopodichè la vecchia magia che ritorna: tutto si scioglie, tutto si fluidifica e magicamente le gambe girano e girano e girano che pare non vogliano fermarsi più.
La mia emozione ha la forma dei tornanti asfaltati di San Nazzaro, dell'odore dell'erba a bordo strada, dei panorami della valle dell'Ufita e di una voglia incontrollata di ritornare a casa, di poter riprendere a sognare e vivere in mezzo alla terra che conosco bene, in mezzo alle persone care e a tutte una serie di memorie che non vogliono mollare per niente.
Che bella domenica che è stata. Come mi sono riallineato con mille ricordi. Che bello tornare a casa a San Tommaso come i vecchi tempi, anche se non c'era mia nonna ad aspettarmi. Perchè tanto so che è sempre con me; il mio compito e soltanto pedalare e portare a termine il tragitto, seduto sui pedali col fiato corto, a spingere il mezzo e me stesso su per le rampe irpine. Non devo preoccuparmi di nient'altro. Fino al ventisei di luglio s'intende. Fino all'inizio della grande avventura.
Volevo condividere questa stupida gioia; stupida come solo i sentimenti incomprensibili sanno essere.
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