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Prima di partire...
spedito da: Andrea
Data: mercoledì, 29 ottobre 2008 - ore 23:56
...pare ci sia spazio per un pensiero curioso, che più che un pensiero è un'immagine che si staglia forte sulla mia anima. E' un vicolo di un paese del salento o della costiera amalfitana o della sicilia, tutto in pietra, tutto bianco, col blu del cielo terso come finto sopra e ancora bianco tutt'intorno; e il caldo opprimente e ventilato con riserbo che scorre in mezzo a quei muri, che agita stanche le lenzuole pietrificate dall'arsura, che tenta di trapassare persiane di legno chiuse sul caldo che sfiacca. Dopodichè c'è qualcuno che attraversa quel vicolo, con sandali di saggina e pantalacci extralarge, che avanza deciso e pesante verso un ricordo, verso un'attesa che resta tale. Che pensa ai giovani, gli unici in diritto di emozionarsi per quella stagione, tutti in cerca più o meno certa di emozioni che non tarderanno ad arrivare. E quel qualcuno pare arrabbiato col destino che gli ha negato quel diritto, quella possibilità, quella responsabilità; lasciando che un cocente desiderio restasse tale, ad indurirsi sotto il sole spietato di mezz'estate. Ci sono le cicale che friniscono, i giunchi che danzano, le stelle che tremolano; e candele rischiarano la notte, nel silenzio di melassa, mentre la brezza muove ma non rinfresca; neanche i corpi sudati in comunione, sigillati dall'illusione dell'eternità mentre si librano sopra un tappeto di miserie umane. Quel qualcuno continua ad attraversare quel vicolo e nulla pare cambiare, anche adesso che aromi di sughi e cipolle soffritte nell'olio pare dettino una legge più vera dell'immaginato. Quel qualcuno ricorda i lumini a muro, i gechi a sguizzare sui muri intonacati e ruvidi, le zanzare a danzare intorno a fuochi fatui, soprattutto ricorda l'attesa, di nuovo, sempre quella, centellinata nei passi necessari ad attraversare quei lastroni di pietra verso il nulla. Ed oggi, prima di partire, c'è di nuovo quel ricordo, brutale nella semplicità dei suoi elementi, nella spietatezza della legge del tempo. Nella fragile illusione che si è tirata dietro, anche dopo aver percorso quel vicolo perso nel tempo.
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>>torna a casa...
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