Senza Fine
Milano, novembre 2003. Dopo un’estate eccezionale, reduce da un’esperienza stupenda a bordo della mia bicicletta, protagonista una trinacria fascinosa più che mai, mi ritrovo catapultato nel profondo autunno di una delle città più difficili in assoluto. Di fresco crollo delle mie più radicate certezze, senza più guida autorevole, resistevo alla ricerca di una rotta che non mi facesse sbandare del tutto e finire fuori strada. Nel tentativo, in quel mentre devastante, la mia mente si piegava su se stessa, addormentandosi tutte le sere su un letto di dolore e rabbia. Un materasso scomodo a giacere su un suolo ostile: pochi soldi, nessuna certezza, condizioni di vita dignitose e senza spunti. Così, dinanzi al mio schermo da quattordici pollici a tubo catodico (!) mi chinavo prono sulla tastiera meccanica qwerty a pigiare come un ossesso quei tasti, alla ricerca di un mondo parallelo in cui perdermi, allontanarmi da tutto lo squallore intorno. Il mio demone privato, mentore di una vita senza alcun senso se non quello dell’ottuso andare, si è materializzato in Alex Ravasi, forse, in quel momento, tutto quello che sarei voluto essere e non, pur di impartire al mondo ed alla casualità nefasta della vita, una sonora lezione a suon di mazzate. Ed ho viaggiato con Alex, attraverso una Napoli odiata come una ex traditrice ma sempre rimpianta, alla ricerca del senso che non c’è perseguendo uno sfogo sistematico senza uno scopo apparente, Senza Fine, appunto. E, lasciate che vi dica, ci sono riuscito appieno.
Così è nato questo romanzo, da una notte di sesso tra la mia frustrazione e la violenza che covava nel mio corpo provato da orari e ritmi e dolori incommensurabili. Non potevano nascere fiori, nulla di delicato. Alex e Alfredo e tutti gli altri a venire, sono stati vittime e carnefici dello stesso gioco ultraviolento senza peraltro incarnare delle icone autorevoli sebbene in una realtà di finzione attraverso un mondo fittizio. Anonimi anche loro, come tutti dinanzi all’ineluttabilità del destino. Piccoli e insignificanti dinanzi alla grandezza dell’esistenza e del soggiacente destino.
Senza Fine è l’omaggio alla irrazionalità al suo stato cristallino. Quello che ci servirebbe per andare avanti nei momenti che contano nella nostra vita. Un macabro ossequio alla morte nella sua forma più prepotente e imperscrutabile. Quella sete mai doma di una giustificazione al tutto, al male fine a se stesso, per placare l’io razionale e la sua corte di illuminati. Mentre invece la realtà dei fatti diviene semplicemente il concatenamento destabilizzante di gesti ed atti privi di fondamento ma gonfi di conseguenze. Questo è Senza Fine, questa la storia di un uomo che abbraccia il baratro del buio, piuttosto che la luce della redenzione.
Andrea De Gruttola
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Alex è un bambino prodigio con genitori difficili da gestire e un solo amico,
unico rapporto con il resto del mondo. Divenuto manager rampante di una società
d’informatica, ottiene in fretta tutto quanto gli altri vorrebbero avere: il successo,
i soldi, le donne. Poi un evento inaspettato, una variabile impazzita nel suo sistema pressoché
perfetto, lo costringe a rivedere tutto e lo trasforma in un moderno Ebenezer Scrooge.
Un uomo senza ravvedimento che, nella sua folle corsa verso la fine, persegue il male gratuito,
cristallino, puro e senza alcuno scopo, nel quale coinvolge personaggi ignari che il loro destino
debba trovare in lui il proprio compimento.
AltroMondo Editore
In vendita su:
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Prologo (capitolo I e II) scaricabili gratuitamente su:
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