Buon anno.
spedito da: Andrea
Data: lunedì, 31 dicembre 2018 - ore 18:34
Allora, retorica zero. 2019? Come il 2018: siate voi stessi fino all’ultima fibra del vostro essere. Quello che vi manca, andatevelo a prendere ma sempre con gentilezza e umiltà, mi raccomando. È l’unico modo per andare in paradiso.
Che il delirio enogastronomico vi faccia suo, per una sera ancora, siate buoni.
Auguri per una buona fine e un gagliardo inizio.
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Punto Fermo.
spedito da: Andrea
Data: lunedì, 24 dicembre 2018 - ore 19:49
Poche certezze, così diciamo, per questo serve scrivere due righe di tradizione di auguri.
Sarò breve.
Non vergogniamoci della felicità, non sentiamoci in difetto se stiamo provando della gioia, se non ci stiamo lamentando dei mali del mondo o osservando le inevitabili storture che ci si parano davanti ogni sacrosanto istante delle nostre vite. Il mondo è sempre stato un posto diseguale: per uno che ride, un altro che piange, per uno che riposa, un altro che lavora, per uno che parla, un altro che sta zitto. Ognuno di noi salta da una parte all’altra, ognuno di noi conosce le varie facce della medaglia e almeno una volta nella vita ha provato i diversi estremi. La vita è sostanza di tutto ciò. È proprio nell’equilibrio di questi ingredienti opposti che troviamo il senso per andare avanti.
Non vergogniamoci, per carità, perché non sia solo la tristezza a dover essere urlata ma soprattutto la gioia, cosa questa che facciamo quasi mai.
Ce n’è tanto bisogno, adesso, ora e qui nelle tavolate tra parenti, negli aperitivi fugaci dei bar delle città di origine, nelle pieghe di pomeriggi soporiferi e nelle riflessioni, inevitabili, che rigurgitano ogni qualvolta rallentiamo i ritmi.
Buona serata.
Buon Natale.
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Un omaggio.
spedito da: Andrea
Data: sabato, 17 novembre 2018 - ore 18:10
Mangiava in un modo tutto suo e ti avvertiva prima di iniziare, ci teneva che lo sapessi. Un panino, ad esempio, lo spezzava con le mani, con un gesto antico, dopodichè si portava i pezzi uno alla volta alle labbra e masticava piano, come se avesse tutto il tempo a disposizione, assistevo ad un rito ecco, perchè di quello si trattava. Avrei potuto riviverlo mille volte quel momento, a partire da un pub di Dublino, un bistrot di Parigi, un qualunque ristorante, magari sul lungomare di Napoli e ancora. Avrei potuto passeggiare con lei lungo strade dai muri di ambra e lasciare che la schiuma di una birra le si asciugasse sulle labbra, osservarla inseguire un gabbiano lungo un molo di un qualche paese del nord, aspettarla rientrare a notte fonda da un lavoro faticoso, fare l'amore distrutti dalla stanchezza fino ad addormentarsi uno sull'altro, sentirla respirare piano al mio fianco, voltarmi e osservare il suo volto disteso, delicato, bello. Attenderla davanti una biblioteca, un museo, un cinema, un qualunque posto nel mondo che ne fosse valsa la pena, che ci avrebbe arricchito come esseri umani.
Non è che non sappia cosa è successo, lo so eccome. Ma non è successo di avere una seconda occasione su tutto, questa è la sostanza.
E non c'è distanza che tenga, fatica che stronchi, salita e asfalto che tentino di stendermi. Io sono sempre lì, disteso nel tempo per afferrare tutto quello che riesco a ricordare, andare a fondo nella memoria, senza la minima volontà di lasciare andare.
Le gambe continuano a girare, il cuore a battere.
E' tutto quello che serve.
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Tutti a casa.
spedito da: Andrea
Data: domenica, 21 ottobre 2018 - ore 10:37
Puntando a sud, tornando a casa, in modalità TCR. Perché la febbre è ancora alta...
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Heading south, coming back home. TCR mode: ON. Because the fever is still high...
#ride4mike #iltramite #stelbel #thefeverisstillhigh #irpinia #bikeitalia
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Ringraziamenti.
spedito da: Andrea
Data: domenica, 19 agosto 2018 - ore 19:17
One week ago I flew into PUB38 and the finish line of TCRNo6 feeling the dream coming true (still under understanding process...). Now it’s the thanks moment: @juhring @annaprintsart @cycling_bear and Tom Kirkpatrick (sorry for missing mention) great Team, please, keep going on with this spirit because the Mike’s legacy is still on and alive more than ever. I’m just a little spot into these six years TCR life but strongly committed to join the future appointments; the mood and the framework is absolutely exciting and be part of it is more than a privilege, it is a way of living...and I got it. Thanks again for everything.
Coming back to my entourage, thanks to @robertostrasserra, dotwatcher number 1, following me as always done in the past but with a special mood this time. My NOK, @forrest13 scared about a +44 phone call incoming (never dialed...). My trainer, Saverio Ottolini (Sport Attitude- more confident than me about reaching Meteora...), that leaded me to the goal with determination. My parents, family and friends who followed me along the “crazy path” across Europe and joined me at the start (@a_schett and @carminesch). All the riders I met on the road, some of them became brothers in arms (@labicicletacafemallorca, @micciacorta76, @br1hatecrew). Last but not least, a special person who promised to be on the finish line despite of the events, to pick me up and bring me home living my “TCR feeling bubble” (still on) before anybody else. That’s all folks, see you next time...
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Meteora...
spedito da: Andrea
Data: domenica, 12 agosto 2018 - ore 8:9
E così finisce e non riesco a scrivere o dire o considerare niente. Come se tutto si fosse consumato per strada, tutto fosse rimasto su tutti quei migliaia di km lungo l’Europa. Adesso vado a mangiare e poi riposare... #tcrno6 #ride4mike #iltramite #tcrno6cap6
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Gribaldy
spedito da: Andrea
Data: venerdì, 20 luglio 2018 - ore 13:30
Ogni volta che ri-leggo le parole di de Gribaldy, sento una fontana di fuoco che mi brucia dentro...
“Uno non gioca al ciclismo”...straordinario...
“Cycling isn’t a game, it’s a sport. Tough, hard and unpitying, and it requires great sacrifices. One plays football, or tennis, or hockey.
One doesn’t play at cycling.”
–Jean de Gribaldy, cyclist. Sean Kelly’s directeur sportif.
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24h!
spedito da: Andrea
Data: venerdì, 29 giugno 2018 - ore 22:40
Quello che rappresenta l’immagine è l’ennesimo velo tolto dal monticello delle apprensioni. Un livello in più “sbloccato”. 24h, l’overnight e, sebbene niente di che date le ore spese in pausa, per il sottoscritto è veramente un bel traguardo. Avanti tutta. #ride4Mike #Tcrno6 #ilTramite #Stelbel #24hbicycle #noSleep #eatridesleeprepeat
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Liberazione.
spedito da: Andrea
Data: mercoledì, 25 aprile 2018 - ore 14:54
Pedalare “libero” per il belpaese, grazie al sacrificio di gente che non ho conosciuto. Questo per me il 25 aprile. #liberazione #ride4mike #ilTramite #stelbel #avantitutta
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Prima volta.
spedito da: Andrea
Data: sabato, 14 aprile 2018 - ore 22:50
Come tutte le prime volte, è giusto imprimere bene nella memoria in modo da ricordare come si deve. Il “numero minimo” come l’ho chiamato. Si può fare. Andiamo avanti.
#ticket300 #TCRno6 #ride4mike #ilTramite #Stelbel
As all first times, it must be well stored in mind to a better remind as this act deserves. The “minimum number” as I called it. it can do. Let’s go ahead.
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Tributo.
spedito da: Andrea
Data: sabato, 31 marzo 2018 - ore 21:29
È passato un anno, esatto, da quando la fine della vita di un uomo ha segnato la nascita di un modo diverso di guardare alla bicicletta; l'ispirazione del piccolo grande eroe di Harrogate si è fatta strada dentro di me, impartendomi nuovi obiettivi, nuove emozioni, facendomi disegnare traiettorie fino a quel momento sconosciute.
Quest'anno avrò un numero sul berretto e lo devo solo a lui.
Oggi è tutto per te Mike, per sempre sulla strada, per tutto il tempo che sarà necessario.
A year has passed, exactly, since the end of a man's life marked the birth of a different way of looking at the bicycle; the inspiration of the little hero of Harrogate has made its way into me, giving me new goals, new emotions, making me draw trajectories, until that moment, unknown.
This year I will have a number on the cap and I owe it only to him.
Today it's all for you Mike, forever on the road, for as long as necessary.
#bemoremike #ride4Mike #TCRno6 #MH310317
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Citazione?
spedito da: Andrea
Data: domenica, 25 marzo 2018 - ore 19:22
Siamo stati educati per una vita intera al principio che il tempo lenisca ogni ferita, sistemi ogni cosa. Mi chiedo però come possa espletare tale compito, ciò che l’uomo utilizza come unità di misura delle condanne.
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A fondo.
spedito da: Andrea
Data: venerdì, 16 marzo 2018 - ore 22:27
Quando la smetteremo di fissarci solo sulla superficie, allora forse avremo una possibilità vera. Eppure dovremmo essere educati sin da bambini che la sorpresa e' dentro; un guscio di cioccolato, una scatola con della carta colorata attorno, un cassetto chiuso a chiave, qualcosa di nascosto insomma. E per raggiungerla, dobbiamo prima rompere la barriera esterna, la superficie, appunto, delle cose.
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Sono dentro!
spedito da: Andrea
Data: martedì, 20 febbraio 2018 - ore 22:16
...e si’ che l’ho controllata la casella ma prima di leggere il messaggio in basso. Ero al lavoro, in trasferta teutonica, discutendo con un mio collega, allora ho visto il messaggio, il mittente soprattutto e mi sono fermato chiedendogli una pausa di qualche istante: ho atteso quella sensazione che solo chi costruisce e attende e costruisce e attende ancora conosce bene, l’adrenalina che inonda le arterie e tende muscoli e cartilagini e il cuore accelera come in una forma aliena di amore, vero e proprio, verso il punto finale del verdetto.
Perche’ hai sempre saputo che non poteva andare diversamente, che tutti gli sforzi profusi non potevano andare persi e scorrendo il testo ho pensato che doveva per forza andare, che dopo tutto quel costruire e sacrificare non poteva non andare.
E cosi’, e’ andata.
A fine luglio saro’ al “Muur”, costasse piu’ di qualunque altra cosa su questa fottuta terra, io ci saro’ perche’ ho un debito di passione che ho tutta l’intenzione di saldare.
Comincia una vita diversa, ancora piu’ piena, ancora piu’ intensa, ancora piu’ “oltre” come il mio cuore ha sempre preteso.
E adesso avanti tutta!
“Congratulations Andrea! Your application has been successful and we would like to offer you a place on Transcontinental No.6”
#TCRNo6 #ride4Mike
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Un morso dentro.
spedito da: Andrea
Data: martedì, 23 gennaio 2018 - ore 13:51
Sono stupito, in modo assolutamente straordinario, di questa incapacita’ nel gestire le malinconie di cui la vita ci omaggia a piu’ riprese e senza il benche’ minimo preavviso ovviamente, come quegli orrendi regali di Natale che si ricevono da parenti che manco si sapeva di avere. Lo spazio vitale che esse esigono, l’ipertrofia che manifestano in un osceno fagocitare il tutto (che resta) al di fuori di esse mi lascia basito; senza un’azione di contrasto da parte di forze amiche, come emozioni (potenzialmente) in dotazione a passioni all’apparenza invulnerabili a qualunque tentativo di sozzura del quotidiano, le malinconie di cui sopra si aggirano indisturbate e arroganti negli ambienti della nostra esistenza, caratterizzate da una scostumatezza che le rende odiose e per niente derubricabili a “romantico” e creativo passaggio obbligato per il raggiungimento di un mondo a colori e pieno di gioie potenti. L’ebetaggine, piu’ che presunta, una certezza, con la quale spostiamo noi stessi negli spazi concreti, dovrebbe renderci edotti del potere tremendo che, sempre le malinconie di cui sopra, sono in grado di esercitare sulle nostre misere pianificazioni o improvvisazioni che riguardano il nostro futuro. Non si capisce se e’ necessario attendere che un vento immaginifico se le porti via chissa’ dove, un fenomeno trascendente il nostro volere, o tentare reazioni, nella maggior parte delle volte scomposte, a cio’ che loro imbastiscono per renderci passivi alla qualunque. E nel mentre dei nostri perniciosi attendismi, talvolta invece ristagnano, si annidano negli interstizi dell’anima, dove non ci arrivi a pulire, mutano, giacendo in quegli ingranaggi che non lubrifichi, raggiungendo forme di negatività superiore, come il dolore ad esempio.
La ferocia dell’assenza, cantava la Mannoia (o la spietatezza del senso di un non-ritorno, la Consoli), riferito alla persona in quel caso, nell’esaltazione di istinti da belve che agiscono per necessita’ profonde e non per logiche di rispetto (almeno non nella maggioranza delle volte), in quel tragico balletto del lascito, rappresentazione sempre cara ai romantici di cui sopra; persona che si fa metafora in realtà, della scomposizione e della inevitabile susseguente disgregazione di tutto quello che l’involucro umano reca in se’, nella straordinarietà della sua unicità, non contraffabile e pertanto inestimabile. E chi e’ davvero capace di accettare con aplomb reale e non di facciata, di perdere qualcosa che rappresenti un punto di accesso ad un livello di energia superiore, che permetta di dire, fare, anche solo pensare, azioni e gesti mai contemplati prima. Nessuno credo.
Le malinconie, quelle Malinconie, non sono altro che la polvere generata dalla disgregazione di cui sopra, talvolta macerie si direbbe, a fronte di un evento piu’ distruttivo, ma di quello si tratta, di una apparenza diversa di un tutto che prima era forma e sostanza vivente. E non serve aspirarla quella polvere, non esiste nulla di simile in questo caso, ma attendere che si posi, abbandonando quello stato di sospensione che ammorba l’ambiente, fin troppo delicato, dei nostri sentimenti.
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Dolores...
spedito da: Andrea
Data: lunedì, 15 gennaio 2018 - ore 22:11
Non c’è nessuno della mia generazione che non abbia avuto un momento della propria gioventù che non sia stato legato a Dolores O’Riordan tramite i Cranberries.
I miei due “sassolini” sono: “Ode to my family” suonata alla chitarra con la voce di Emanuela che le si avvicinava tantissimo nelle strette stanze di Fuorigrotta. Ma soprattutto “No need to argue”, cantata magnificamente a due voci con Olga in altrettante stanze strette, in tempi in cui la vita era straordinariamente molto più ampia di quanto ognuno di noi sia disposto ad ammettere oggi.
E sì Dolores, adesso abbiamo un po’ di spazio in meno, adesso che te ne sei andata...
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